UN MONDO LATINO A MILANO : Esposizione fotografica “Raccontare il perù nelle strade di Milano” a cura di Maria Vittoria Calvi. “Buenas nòches barrio” mostra fotografica di Roberto Ramirez

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La mostra “Raccontare il Perù nelle strade di Milano” illustra i segni visibili della comunità peruviana nel paesaggio linguistico milanese, costituito dall’insieme di immagini e parole che si trovano sugli edifici pubblici, nelle insegne dei negozi, sui muri e perfino sui pali della luce. Questi segni non trasmettono solo informazioni ma anche valori e credenze: così il Perù si racconta, ora in spagnolo e ora in italiano, sospeso tra la memoria di un altrove e la realtà delle strade vicine.A cura di Maria Vittoria Calvi (Università degli Studi di Milano).

Il paesaggio linguistico di una città è costituito dall’insieme di parole, immagini e altri segni grafici che si trovano nello spazio pubblico, come i nomi delle strade, i cartelloni pubblicitari e le insegne dei negozi, ma anche i graffiti e gli annunci personali. L’esplorazione del paesaggio linguistico permette quindi di leggere la città come se fosse un libro, pieno di storie a volte inaspettate.

Le immagini esposte, insieme ad alcune testimonianze raccolte dalla viva voce dei protagonisti, raccontano di un ‘viaggio’ attraverso il quartiere di NoLo, cioè l’area a nord di Loreto, in cui è più viva la presenza della comunità peruviana, la quarta tra quelle straniere residenti a Milano. Il percorso si snoda attraverso cinque pannelli tematici, in cui si riconoscono alcuni tratti linguistici e culturali propri di questa comunità, ma anche di altri gruppi latinoamericani.

Emerge così il profilo di un mondo latino, che trova nella lingua un elemento di forte coesione. Non meno importante è la festa, sia nella dimensione pubblica sia in quella privata: ogni momento cruciale dell’esistenza diventa un motivo per vivere e condividere le emozioni.

Altrettanto emblematiche sono le parole del cibo, uno dei principali componenti del bagaglio culturale dei migranti, che suscita nostalgia e si consuma nel rito collettivo. Così nel paesaggio linguistico spiccano i luoghi per stare insieme, che si aprono al tempo della condivisione.

Infine, il viaggio, esperienza centrale nella migrazione, è lo spartiacque tra un prima e un dopo, tra un là e un qui, ma possiede anche una dimensione circolare. È dunque un movimento di andata e ritorno, sempre con valigia, con una valigia piena di oggetti e ricordi che avvicinano mondi lontani.